Atto d'amoreNessun atto d’amore viene mai sprecato. Quando mio figlio Alex aveva quattordici anni, venne in India per trascorrere il suo volontariato estivo a Rising Star Outreach.

Fu proprio all’inizio del nostro servizio in quel paese, prima che aprissimo il nostro centro carità.

In quel momento, stavamo supportando una casa per bambini chiamata Sangitha Home.

Ed era una bella sfida: una casa con novanta bambini dai tre ai cinque anni! Fu tramite quello che vivemmo lì che imparammo che nessun atto d’amore viene mai sprecato.

La donna che gestiva quel posto, Grace Moses, aveva scelto di concentrarsi su questa fascia d’età perché erano i bambini più bisognosi. I bambini piccoli venivano facilmente adottati dagli stranieri.

I bambini di età superiore ai cinque anni potevano andare a scuola ogni giorno e, quindi, richiedevano meno cure. Ma pochissime persone riuscivano a seguire i bambini di quell’età, perché richiedevano un’attenzione costante.

Una bambina di nome Rani

la pazienzaA quei tempi era molto comune vedere dei bambini in situazioni disperate per le strade di Chennai. Un giorno Gopi, il nostro responsabile, raccolse una bambina di circa due anni che sembrava moribonda.

Era troppo debole perfino per rispondergli. Gopi in qualche modo capì che il suo nome era Rani. Portò la piccola Rani alla casa dei bambini Sangitha.

Rani era così emaciata dalla fame che vomitò il riso che Gopi cercò di farle mangiare. Provò a darle del pane e vomitò di nuovo. Era stata senza cibo per così tanto tempo che il suo sistema digestivo si era chiuso.

A quel punto mio ​​figlio Alex suggerì di provare a darle solo l’acqua di riso, l’acqua rimasta dall’ebollizione del riso.

Alex aveva un contagocce nella sua valigia e corse a prenderlo. Tenendola teneramente sulle sue ginocchia, provò a darle solo una goccia di acqua di riso alla volta.

È finalmente rimaneva nello stomaco! Continuò a darle da mangiare in questo modo finché la ciotola di acqua di riso non si svuotò.

Alex fece la stessa cosa per un paio di giorni, fino a quando lo stomaco di Rani raggiunse il punto in cui riusciva ad accettare del cibo.

Sembra che Rani fosse stata piuttosto maltrattata per le strade perché si era rifiutata di permettere a chiunque di avvicinarsi a lei. Aveva preso in simpatia Alex perché l’aveva così delicatamente riportata indietro dal ciglio della morte.

Quindi ogni giorno in cui Alex andava alla casa dei bambini, Rani si avvicinava a lui e si sedeva sulle sue ginocchia.

E lui la teneva per tutto il tempo che era lì. Cantava per lei, le parlava, le accarezzava i capelli, cercava di giocare con lei. Se qualcun altro le si avvicinava, lei rabbrividiva e nascondeva la testa tra le braccia di Alex.

Quelle due piccole anime erano legate in modo così profondo! In ogni email che inviava a casa, Alex ci parlava di Rani: “Oggi Rani ha sorriso!”, “Oggi Rani ha riso!”, “Oggi Rani ha lasciato che un altro bambino si unisse a noi!”. Alla fine dell’estate erano diventati amici intimi.

Poco dopo che Alex tornò a casa, un pomeriggio era seduto al tavolo della cucina mentre faceva i suoi compiti quando squillò il telefono. Era Gopi dall’India. Gopi stava piangendo e sembrava inconsolabile, “Becky, oggi i nostri cuori si sono spezzati, qui in India”.

Continuò dicendo che Rani apparentemente aveva una madre, perché una donna era andata da loro, aveva annunciato di essere la madre di Rani e voleva riprendersi sua figlia. Disse che aveva fatto una promessa al suo Dio (indù) che se avesse trovato sua figlia, si sarebbe presa cura di lei.

Cercarono di convincere la madre a lasciar lì Rani finché non fosse completamente guarita. Mostrarono alla madre quanti progressi avesse fatto Rani. Ma la madre continuò ad insistere. Gopi disse tristemente: “Così ha portato via Rani”. Sembrava distrutto.

Quando riattaccai il telefono, Alex mi guardò in attesa. Era stato in grado di ascoltare la mia parte della conversazione per rendersi conto che la telefonata riguardasse Rani. “Cosa c’è, mamma? Che cosa è successo a Rani?” chiese ansiosamente. Glielo spiegai il più gentilmente possibile.

Alex era terribilmente sconvolto. “Mamma, devi riprenderla! Morirà con quella donna! Dovevi vedere Rani quando è arrivata. Era quasi morta”. Risposi: “Ci sono delle leggi in India, Alex.

Mi dispiace, ma non possiamo togliere un bambino ad una madre che lo vuole”. Alex non poteva crederci: “Vuoi dire che la lascerai morire?”

“Ho le mani legate, Alex. Non c’è niente che io possa fare”. Alex aveva cominciato a piangere. Era ferito e arrabbiato. Mi disse: “Bene! Immagino di aver appena sprecato la mia estate in India. Tutto quello che ho fatto è stato per Rani e ora la lascerai morire”.

Potevo sentire il suo dolore e avrei voluto poterlo aiutare. Dissi una preghiera silenziosa per avere una guida. Nella mia mente mi sovvenne una storia su Madre Teresa che avevo letto su una rivista, anni prima.

La storia parlava di una donna di Londra che era una grande ammiratrice di Madre Teresa. La chiamerò Ann.

Ann aveva risparmiato dei soldi in modo che potesse andare in India e lavorare con Madre Teresa, ma quando arrivò alla Casa dei morenti a Calcutta, Madre Teresa non c’era.

“Dov’è lei?” chiese Ann alle suore. Le suore dissero ad Ann che Madre Teresa era nel centro infantile. Le diedero indicazioni su come arrivarci ed Ann ci andò di corsa. Aveva aspettato per così tanto tempo di incontrare questa donna!

Vedendo la casa, Ann entrò rapidamente e scrutò la stanza per trovare Madre Teresa. Era sbalordita dalla vista che l’aveva accolta. C’erano centinaia di bambini sul pavimento, molti dei quali piangevano.

C’erano sei Missionari della Misericordia nella stanza, che facevano quello che potevano per soddisfare i bisogni di tutti questi bambini.

Madre Teresa era in fondo alla stanza. Mentre si avvicinava alla porta, si fermava indicando un bambino e diceva ai missionari: “Questo bambino proprio qui” oppure indicando un altro bambino: “Questo piccolo bambino qui”.

Mentre lo faceva, uno dei i missionari andava a prendere il bambino e si sedeva su una sedia a dondolo. C’era una mezza dozzina di sedie a dondolo contro il muro. Il missionario iniziava a dondolare e a cantare per il bambino.

Mentre Madre Teresa andava verso Ann, prese un bambino e lo porse gentilmente ad Ann, dicendo in un sussurro: “E questo bambino è per te”. Sorpresa Ann accettò il bambino che le era stato offerto. Era un bambino piccolo e fragile. Quando alzò lo sguardo, Madre Teresa non c’era più.

Un po’ sconcertata, Ann chiese ai missionari cosa avrebbe dovuto fare con questo bambino. Uno le fece segno di venire e sedersi su una sedia a dondolo.

Quando Ann si sedette, in un inglese stentato il missionario le disse: “Madre Teresa ha la forte convinzione che nessun bambino dovrebbe mai lasciare questa terra senza aver sentito il calore di un abbraccio e di un amore umano.

Come puoi vedere, ci sono più di 200 bambini qui. E noi siamo solo in sei. Non c’è modo di poter abbracciare ogni bambino. È fisicamente impossibile”.

Con riverenza, continuò: “Ma Madre Teresa ha un dono. Viene qui ogni mattina. In qualche modo sa quali bambini moriranno oggi.

Ce li indica. Il nostro compito è amare questi bambini fino alla morte, in modo che possano lasciare questo mondo da amati. Devi cullare quel ragazzino, abbracciarlo e condividere il tuo amore con lui”.

Un po’ disorientata, Ann cominciò a cullare il bambino. Canticchiò la ninna nanna di Brahms. Disse che non avrebbe mai potuto dimenticare quanto fosse debole quel bambino, come continuava a premere il suo piccolo viso nel suo collo in risposta al suo tocco.

Cullò il bambino fino a quando morì, quel pomeriggio, tra le sue braccia. La sua vita venne trasformata da questa esperienza.

Nessun atto d’amore viene mai sprecato

lavoro umanitario - mendicantiElla scriveva: “Ho degli amici che mi direbbero che ho sprecato quel giorno perché il bambino è morto comunque. Ma io gli direi che è stato il giorno più sacro della mia vita.

Perché in quel giorno ho capito che nessun atto d’amore viene mai sprecato”. Ann disse che quello fu un punto di svolta nella sua vita.

Mentre terminavo di raccontare questa storia, dissi ad Alex: “Alex, anche io credo che nessun atto d’amore viene mai sprecato. Sì, Rani potrebbe morire, il cielo non voglia.

Ma ha trascorso diversi mesi nella nostra casa dove è stata amata e curata. Potrebbe essere tutto ciò che ricorderà di questa vita. Il tuo tempo non è stato sprecato”.

Non abbiamo più visto Rani da quel giorno. Fino ad oggi, la cerco ancora inconsciamente ogni volta che sono nelle strade di Chennai.

Spero con fervore e prego che la madre sia rimasta fedele alla sua parola e abbia portato Rani a casa per prendersi cura di lei.

Siamo stati incredibilmente benedetti da Dio a Rising Star perché abbiamo visto centinaia di piccole vite cambiare in meglio attraverso le nostre scuole e le case dei bambini. Ma non sempre abbiamo successo con ogni bambino.

Abbiamo avuto due bambine che sono decedute l’anno scorso. Una ragazzina è caduta in un fiume agitato da un ciclone che si trovava al largo.

Era tornata a casa dalla nostra scuola per le vacanze estive ed era scesa al fiume per fare il bagno. E’ stata spazzata via dal fiume in piena. Un’altra bambina ha preso la Meningite Spinale ed è morta in ospedale.

Questi eventi sarebbero insopportabili se non ricordassi le sagge parole di Ann, quando dice di aver imparato che nessun atto d’amore viene mai sprecato. Quelle due ragazzine sono state amate e curate da così tante persone al Rising Star Outreach.

Non possiamo sapere quanta vita è stata concessa ad una persona. Ma possiamo controllare quanto amore condividiamo con quella persona. Alla fine credo che l’amore condiviso sia la cosa che sopravviva oltre questa vita.

Ho dovuto seppellire sia una bellissima figlia, che una preziosa nipotina. Entrambe le morti sarebbero state insopportabili se non fossi stata confortata dal sapere che molti giorni ed anni di amore sono stati condivisi con loro e saranno condivisi di nuovo.

Grazie al nostro Salvatore e alla Sua meravigliosa espiazione, l’amore è eterno. Ogni atto d’amore che condividiamo con un altro diventa un retaggio eterno delle nostre vite.

Questo articolo è stato scritto da Betty W. Johnson e pubblicato sul sito ldsmag.com. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.

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Cinzia

Cinzia è un'impiegata ed una traduttrice. Ha una laurea in Scienze dell'Educazione e ha anche insegnato, per un paio di anni, a bambini della scuola materna, un lavoro che ha amato molto. E' stata un'insegnante nelle classi della Società di Soccorso, delle Giovani Donne e dell'Istituto. Ha molti interessi: patchwork, quilling, oli essenziali. Le piace prendersi cura di sè con soluzioni naturali. E' vegana e ama gli animali e la natura ed è fermamente convinta che le creazioni di Dio siano sacre. E' una volontaria dell'ENPA, un'associazione italiana, per la protezione degli animali ed è anche un membro di Greenpeace e del WWF. Ama passare il tempo con la sua famiglia e i suoi amici. Ama il vangelo di Gesù Cristo e sa che le famiglie sono eterne.

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