Trovare la pace interioreSii fermo: trovare la pace interiore e una connessione più profonda con Cristo attraverso la meditazione. 

Spesso proviamo a rafforzarci spiritualmente con la preghiera quotidiana e la lettura delle scritture.

Tuttavia, talvolta il nostro impegno per queste pratiche è irregolare, nel migliore dei casi.

Durante la preghiera, è naturale per le nostre menti vagare; quando leggiamo le Scritture, la nostra attenzione spesso si sposta su ciò che faremo dopo. Non stupisce il fatto che sia facile sentirsi spiritualmente vuoti e apatici.

Di fronte a questi problemi, ho fatto un importante passo avanti quando ho iniziato a praticare l’arte della meditazione.

I Santi degli Ultimi Giorni usano spesso la parola “meditare” per voler dire qualcosa come “ponderare”.

Ma il tipo di meditazione che ho scoperto indica un approccio più intenzionale per portare serenità e concentrazione alle nostre menti distratte.

E’ questo il significato dell’insegnamento di pace interiore e di quiete a cui credo si riferisse il presidente McKay quando ha detto:

“La meditazione è la lingua dell’anima. . . [È] una delle porte più segrete e più sacre attraverso le quali arriviamo alla presenza del Signore”.

La meditazione, tuttavia, non è solo un’attività mattutina di 10 minuti. Essa implica il vedere ed incontrare il mondo in modo completo.

Nella mia vita spirituale, ho trovato molte delle verità insegnate dai maestri della meditazione che hanno approfondito e arricchito la mia comprensione del Vangelo restaurato di Gesù Cristo.

La nostra vera essenza

Una delle idee centrali della filosofia della meditazione è che al centro di ogni essere umano c’è un’anima infinita.

Nella tradizione Hindu, questa essenza è chiamata “atman”. L’atman è una specie di scintilla divina, una parte di Dio che abita nel corpo umano.

Gli esseri umani stanno sperimentando un temporaneo senso di separazione da Dio, ma possono ricongiungersi a Lui nel ricordare la nostra vera natura di esseri divini.

Queste idee dovrebbero essere in sintonia con i Santi degli Ultimi Giorni che comprendono anche che siamo esseri eterni e che il nostro io più vero e più profondo deriva dalla stessa sostanza di Dio.

Impariamo che “l’uomo al principio era con Dio. L’intelligenza, o la luce della verità, non fu creata o fatta, né può esserlo. “Fu in riferimento a questa luce interiore che il Salvatore insegnò:” Il Regno di Dio è dentro di te”.

L’uomo naturale

Allora perché, se il nostro io interiore è “la luce della verità“, a volte è così difficile sentire la presenza di Dio? Le complicazioni derivano dalla nostra natura di esseri umani.

Quando veniamo sulla terra, “cadiamo” dal paradiso della presenza di Dio ed entriamo in un regno aspro che richiede sopravvivenza.

Perdiamo il nostro senso di armonia con la creazione e diventiamo invece un “io” in competizione con “gli altri”. Questo senso egoistico di sé, è indicato negli studi di meditazione come l’ego.

L’ego equivale grossomodo a ciò che le Scritture chiamano l’uomo naturale.

Proprio come i maestri di meditazione hanno identificato l’ego o “falso sé” come la cosa che ci separa dalla presenza di Dio, il Libro di Mormon descrive l’uomo naturale come “nemico di Dio”, o in altre parole, la cosa che crea inimicizia tra noi stessi e la nostra origine divina.

Dobbiamo “mettere via l’uomo naturale e diventare santi attraverso l’espiazione di Cristo il Signore”.

Gli istinti con cui siamo nati fanno sì che l’uomo naturale reagisca rapidamente a situazioni spiacevoli.

Qualcuno ci insulta e noi ci sentiamo offesi prima che la nostra istruzione religiosa ci dica che non dovremmo esserlo.

Se qualcuno ci fa del male, noi desideriamo ferirlo. Qualcosa ci spaventa e noi vogliamo scappare o combattere. Stimolo, risposta. Azione, reazione.

Nella tradizione meditativa, i bisogni naturali e le paure dell’ego sono chiamati “attaccamenti” e sono individuati come la causa principale della sofferenza umana e dell’impedimento del progresso spirituale.

Il Salvatore si riferiva agli attaccamenti come a dei fardelli che ci inducono ad essere “carichi pesanti” e a lavorare faticosamente sotto il loro peso e, ci ha insegnato a vivere senza.

Egli invitò il giovane ricco a liberarsi dalle sue ricchezze. Egli mise in dubbio il bisogno di Marta di essere “attenta a molte cose”. Egli disse: “Non pensare al domani”.

Gli attaccamenti ci fanno vivere in uno stato di ansia ed insoddisfazione, perché avere bisogno di qualcosa è temere di non averlo.

La meditazione è un metodo di allenamento spirituale che ci aiuta a eliminare i nostri attaccamenti e a risvegliare i nostri spiriti.

I nostri corpi naturali e le nostre menti naturali sono come cavalli selvaggi, potenti e forti, ma potenzialmente pericolosi e distruttivi.

Le nostre intelligenze spirituali sono come addestratori, inviati dalla presenza di Dio per guidare l’evoluzione di questo animale selvatico fino a diventare un tempio in cui lo Spirito può dimorare.

E-spia-zio-ne

espiazione e i peccatiEsistono molte tradizioni e approcci diversi alla meditazione formale, non esiste un unico metodo “giusto” per meditare.

Suggerisco di ricercare approcci diversi con spirito di discernimento per trovare ciò che funziona meglio per voi.

Anche i principi basilari della meditazione, quando applicati alla spiritualità quotidiana, possono essere trasformativi.

Il piccolo spazio di silenzio sacro coltivato in meditazione è un luogo potente in cui l’Espiazione può funzionare.

Diventiamo “un tutt’uno” con Dio ogni volta che siamo consapevoli dell’uomo naturale e riportiamo la nostra attenzione alla grazia del Signore.

Quando meditiamo, con “occhio [o attenzione] singolo alla gloria di Dio”, il nostro “intero corpo sarà pieno di luce”.

Trovare la pace interiore

L’Espiazione può essere vista come qualcosa che brucia dentro il nostro essere le energie più oscure dell’uomo Naturale, mentre riuniamo la nostra luce interiore con la luce del Salvatore.

Questo processo è un percorso in salita che si autoalimenta: “colui che riceve la luce e continua in Dio riceve più luce; e quella luce diventa sempre più brillante fino al giorno perfetto”.

Questo afflusso di luce consente alla grazia di fluire, là dove non spuntiamo liste di comandamenti, o ci deprimiamo con battute di arresto, o siamo ossessionati dal perfezionismo.

Nella vita meditativa la nostra “fiducia si rafforza alla presenza di Dio” perché quando pratichiamo, dimorando nella luce per alcuni minuti ogni giorno e poi ritorniamo a quella luce ogni volta che divaghiamo, l’abitudine si interiorizzerà.

Questo processo di santificazione consente la trasformazione del corpo e della mente fino a quando finalmente “mettiamo via” l’uomo naturale e “diventiamo Santi attraverso l’Espiazione di Cristo”.

Questo articolo è stato originariamente scritto da Sheldon Lawrence ed è stato pubblicato su ldsliving.com, intitolato Be Still: Finding Inner Peace and a Deeper Connection to Christ Through MeditationItaliano ©2018 LDS Living, A Division of Deseret Book Company | English ©2018 LDS Living, A Division of Deseret Book Company.

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Sabrina Santalena

Sabrina vive in Toscana a due passi dal mare, è diplomata in pianoforte e ha studiato composizione presso l’Istituto Superiore di Alta formazione artistica e musicale “Pietro Mascagni”. Ha molti interessi fra i quali, oltre a quelli musicali, la scrittura creativa, fare sport fra la natura e viaggiare per conoscere nuove lingue e culture. Ha vissuto importanti esperienze lavorative sia in Italia che all’estero. Ha svolto volontariato come soccorritrice del 118 e presso l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Onlus. Ha servito come missionaria in Inghilterra e sta tuttora svolgendo incarichi per la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni di cui è felice di far parte. Il Vangelo di Gesù Cristo le ha donato molto arricchendo la sua vita, per questo desidera condividerlo per un arricchimento comune di valori spirituali, sociali, culturali e di fede.

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