povertà

La povertà più grande non ha nulla a che fare con i soldi. La mia amica Padma è entrata in una casa in una colonia di lebbrosi dell’India meridionale, una volta. La casa era scarsamente illuminata ma Padma riuscì comunque a vedere un’angusta figura nell’angolo.

Incuriosita, guardò più da vicino e notò che c’erano dei piedi visibili sotto il lenzuolo.

Poteva essere una donna coperta da un sari stravagante, tenuto addosso come se qualcuno avesse gettato una coperta su un mobile antico?

Padma toccò delicatamente la “massa”. Nessuna risposta. Ripetè il gesto senza successo, tranne vedere i piedi sporgenti scomparire sotto al lenzuolo.

A questo punto, un uomo entrò nella stanza dall’esterno. Sembrava sorpreso di vedere Padma nella sua piccola sala. “Cosa stai facendo qui?” chiese sospettoso. Padma gli rispose che era lì per parlare con sua moglie.

“Non sprecare il tuo tempo. È malata mentalmente! Non può rispondere” le gridò l’uomo. Era chiaro che volesse che Padma andasse via ed ella, riluttante, si allontanò.

Padma era arrivata in questa colonia perché aveva grandi speranze di poter essere in grado di incoraggiare i membri della colonia a smettere di chiedere l’elemosina ed iniziare delle piccole imprese unendo i loro risparmi e, poi, facendosi a vicenda dei piccoli prestiti.

Aveva incontrato alcune donne che sembravano interessate, ma Padma voleva coinvolgere ogni singola donna. Aveva cominciato ad andare di porta in porta.

C’erano alcuni uomini interessati e così Padma li aveva inclusi nel suo progetto. Ma era particolarmente interessata alle donne.

Le “case” in questa colonia erano veramente più simili ad “appartamenti”. Erano costruite con il cemento. L’unica differenza era che questi appartamenti avevano solo una stanza.

Tutte e quattro le pareti, il pavimento ed il soffitto erano formati da cemento. Non c’erano bagni, cucine o camere da letto.

La cottura veniva fatta all’aperto su fuoco e i bagni erano ovunque si trovasse un posto privato. I residenti della colonia dormivano all’esterno o su una stuoia nella loro stanza, spesso spalla a spalla.

Queste camere, di circa sei metri quadrati, generalmente non erano riempite da mobili, tranne qualche rara occasione in cui c’era un letto.

Gli angoli delle stanze ospitavano delle stoviglie di plastica o di stagno per raccogliere l’acqua, una o due pentole di latta per cucinare il cibo e forse un paio di piatti di latta per mangiare.

Alcune delle case avevano una corda, per asciugare i vestiti di proprietà della famiglia. A parte questo, le case erano sterili.

Quando Padma lasciò la colonia, la sua mente non faceva che tornare all’immagine della donna chinata nell’angolo di una camera oscura, con un pezzo di stoffa gettato su di lei. Cercò di pensare al modo per ottenere una risposta dalla donna e forse rompere il silenzio.

La povertà più grande non ha nulla a che fare con i soldi

Una settimana dopo Padma tornò nella colonia per aiutare le persone con le loro nuove imprese.

Quando si concluse la seduta con il gruppo di auto-aiuto femminile che aveva iniziato la settimana prima, Padma si avvicinò alla casa con la donna rannicchiata nell’angolo.

Il marito le diede un’occhiata mentre Padma entrava. Non era contento di rivedere Padma nella sua casa. Ella gli disse rapidamente: “Ho un regalo per tua moglie”. Tirò fuori un piccolo tacchino dalla grande borsa che aveva portato con sè.

Il marito rise e disse: “Non può fare nulla, ti ho detto che è malata”.

Rifiutandosi di farsi scoraggiare, Padma mise il tacchino sul pavimento di fronte alla moglie. Lasciò andare il tacchino verso la donna. L’uomo guardò Padma, irritato perché non si sarebbe allontanata. Si stava preparando a dirle di andare fuori di casa.

Ma il piccolo tacchino si avvicinò alla donna e cominciò a beccarla. Sia Padma che il marito furono sorpresi di vedere la figura nell’angolo sollevare il bordo del suo lenzuolo, spingere via il tacchino e tirarsi di nuovo il lenzuolo sopra la testa.

“Vedi, te l’ho detto” disse l’uomo trionfante. “Non può ricevere il tuo regalo, perché è malata”. Mentre Padma e il marito parlavano, il tacchino ritornò verso l’angolo e iniziò a picchiettare il suo sari.

Questa volta la donna alzò la coperta, tirò fuori la mano, afferrò il tacchino, lo portò vicino al seno e si ricoprì con la coperta. Adesso era Padma che sorrideva! Non accadde nient’altro, quindi Padma andò via.

La volta seguente, quando Padma arrivò nella colonia, l’aspettava una sorpresa. Quando entrò nella casa della donna, fu stupita di vedere la donna seduta nell’angolo con la testa scoperta, che giocava con il piccolo tacchino. Aveva apparentemente legato con l’uccellino!

Padma era così eccitata da questo progresso che la settimana seguente arrivò alla colonia portando alla donna tantissimi tacchini da far crescere, come inizio di un micro-business.

Ho avuto la possibilità di visitare questa donna. Che trasformazione è avvenuta. Quando Padma ed io ci avvicinammo alla colonia, vedemmo questa donna seguita da tanti tacchini frenetici.

Padma le chiese: “Signora, cosa state facendo?”. Ella rispose allegramente: “Sto facendo passeggiare i tacchini. Li faccio passeggiare per 45 minuti ogni mattina ed ogni sera”. Aggiunse: “Sono come i miei figli!”.

Quando l’ho incontrata sono rimasta colpita da quanto fosse fiduciosa. Il suo commercio di tacchini era stato un successo fenomenale. Era la donna più ricca della colonia. Ed il mese prima era stata votata come leader della colonia! Che contrasto!

Si scoprì che non era affatto “malata mentalmente”. Era depressa e lo era talmente tanto da aver tirato il lenzuolo sulla testa ed essersi messa nell’angolo in attesa di morire.

Adesso era una donna felice e fiduciosa. Padma mi aveva detto che la donna aveva in banca centinaia di dollari.

Quando le chiesi dei soldi, mi rispose: “Non più…” e con un sorriso enorme sul viso mi ha detto che aveva speso i soldi per gli orecchini d’oro.

Sono rimasta sconvolta. Questa donna che aveva bisogno di così tante cose, aveva speso centinaia di dollari per degli orecchini d’oro? “Perché lo ha fatto?” chiesi. Padma mi spiegò che le persone, in India, indossano l’oro.

La quantità di oro che una donna indossa determina la reazione di tutti gli altri. Una donna con gli orecchini d’oro entra prima in un negozio.

Le si parlerà con rispetto. Quindi questa donna che non aveva acqua corrente, niente elettricità, fondamentalmente niente che avremmo considerato necessità della vita, aveva speso i suoi soldi per il rispetto.

Questa bella donna ha continuato a dirci che aveva comprato una cintura per suo marito (questa potrebbe essere una grande storia sul perdono!). Egli ce l’ha mostrata con orgoglio. Ci ha detto quanto orgoglioso fosse di sua moglie e quale gioia fosse vederla felice e di successo.

Madre Teresa una volta ha detto: “La solitudine e la sensazione di essere indesiderati sono la povertà più terribile.

Essere indesiderati, non amati, non voluti, dimenticati da tutti, credo che sia una fame molto più grande, una povertà molto maggiore rispetto a quella di colui che non ha niente da mangiare”.

Tutti abbiamo bisogno di sentire che siamo necessari, che abbiamo talenti preziosi da offrire al mondo. Vogliamo sentirci amati ed apprezzati. Queste cose sono tutte gratuite. Questi sono doni che ognuno di noi può dare ad un altro.

Non abbiamo bisogno di soldi o potere. Dobbiamo solo avere l’amore. Questi doni hanno molto più potere di trasformare un’altra persona di quanto facciano i soldi.

Non ricordo una sola storia delle scritture in cui Gesù da’ i soldi ad una persona. Tuttavia, ci sono numerose storie di Lui che trasforma la vita degli altri offrendo amore e rispetto.

Siamo tutti circondati da persone giovani e vecchie che desiderano affermarsi. Talvolta una frase è sufficiente a suscitare un senso di dignità personale. Altre volte dobbiamo continuare ad incoraggiare ed affermare.

Mentre offriamo liberamente l’amore ed il rispetto agli altri, possiamo spesso essere testimoni di una grande trasformazione, come quella che si è verificata in una casa in una colonia di lebbrosi nell’India meridionale.

Questo articolo è stato scritto da Becky Douglas e pubblicato sul sito ldsmag.com. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.

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Cinzia

Cinzia è un'impiegata ed una traduttrice. Ha una laurea in Scienze dell'Educazione e ha anche insegnato, per un paio di anni, a bambini della scuola materna, un lavoro che ha amato molto. E' stata un'insegnante nelle classi della Società di Soccorso, delle Giovani Donne e dell'Istituto. Ha molti interessi: patchwork, quilling, oli essenziali. Le piace prendersi cura di sè con soluzioni naturali. E' vegana e ama gli animali e la natura ed è fermamente convinta che le creazioni di Dio siano sacre. E' una volontaria dell'ENPA, un'associazione italiana, per la protezione degli animali ed è anche un membro di Greenpeace e del WWF. Ama passare il tempo con la sua famiglia e i suoi amici. Ama il vangelo di Gesù Cristo e sa che le famiglie sono eterne.
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