missionariL’aroma del pane fresco, appena sfornato, riempie il piccolo appartamento di Richard Dean Shuté, mentre toglie cinque pagnotte dal forno e le svuota delicatamente dalle teglie in un paniere sul bancone della cucina.

Conosciuto come “l’Uomo del Pane” da centinaia di giovani uomini e donne  che stanno servendo in Louisiana la loro missione di due anni per la Chiesa di Gesù Cristo, Shuté (75 anni) ha fatto una stima secondo la quale avrebbe sfornato più di 37500 pagnotte negli ultimi 32 anni.

Suddivide le pagnotte messe a raffreddare e le migliori le tiene per il servizio domenicale del sacramento presso la  Chiesa e il Tempio situato in Highland road, dopodiché ne sceglie due tra le cinque già sfornate in mattinata e ne consegna una a testa agli anziani Christian Lisonbee e Nathan Lyons, entrambi ventenni, che sono passati a visitarlo, per portarle a casa, le pagnotte che rimangono, assieme a tutte quelle che infornerà nell’arco della settimana, le porterà alla riunione sacramentale la domenica e le consegnerà ad amici e visitatori.

Shutè affetta una pagnotta ancora tiepida e i due missionari si affrettano a spalmare sulle fette belle spesse un velo di burro e le assaporano mentre Shutè, in disparte, li osserva sorridendo.

“Fratello Shutè è ciò che noi definiamo una leggenda missionaria”, spiega Lyons da Gunnison, Utah, tra un boccone e l’altro di pane squisito. “Tutti i missionari sanno chi è Fratello Shutè,  è famoso per il pane e per i maglioni che confeziona”.

Quando non sta preparando il pane, Shutè confeziona a uncinetto maglioni, cappelli e calze per i giovani missionari, molti dei quali ritorneranno a climi più rigidi una volta terminato il loro periodo in Louisiana; un maglione quasi ultimato per Lisonbee, originario di Park City, Utah, è posato su una matassa di gomitoli li vicino.

“Ѐ famoso per essere una persona squisita” ci dice Lyons “fratello Shutè ci invita una volta alla settimana a casa sua per pranzare insieme. Il suo pane è squisito. Ci aggiunge un pizzico di zucchero in più”.

“Il suo pane è davvero delizioso” conferma Lisonbee tra un morso e l’altro. Shutè sorride ai ragazzi dall’ appetito vigoroso e dalle parole gentili.

L’uomo del pane

“Io sono semplicemente fatto così” ci dice “se non fosse per Dio e per la Chiesa, io non avrei il talento, mi spinge ad agire ed a sapere che sto facendo la cosa giusta perché sto facendo (cose) per le altre persone” ci spiega, “spiritualmente mi sento come se stessi compiendo una missione mettendo a frutto un talento che mi è stato dato perché, a tutti è stato dato un talento, ma se non lo usiamo svanisce”.

Il suo pane è così famoso che persone da ogni dove vogliono averne la ricetta.

paniere

“Un uomo, un panettiere di 30 anni di passaggio nella nostra città, è venuto con noi in Chiesa al Terzo Rione, ho donato una pagnotta a lui e a sua moglie”, ci racconta, “una volta a casa ne hanno mangiato un poco per poi chiamarmi per richiederne la ricetta perché, mi disse, era il pane più buono che avessero mai mangiato”.

Infornare tutte quelle pagnotte può diventare costoso, ma Shutè dice che la Chiesa e gli amici gli danno una mano.

A Natale gli hanno regalato 60 kg di farina e 25 kg di zucchero, ma lui si compra il suo olio, il sale kosher e il lievito.

“A volte ne preparo persino quindici o venti  al giorno” ci racconta “il massimo è stato settantacinque pagnotte per il giorno del Ringraziamento di due anni fa”.

Mentre Shutè, sulla sua poltrona, attende che l’ultima infornata finisca di cuocere, apre un piccolo innario rilegato in pelle all’inno 133 e legge a voce alta la seconda strofa di “Poiché ho molto avuto molto ridarò”.

“Poiché ho trovato in te rifugio più sicur,

non posso più veder soffrire un mio fratel;

il focolare ed il mio tetto qual rifugio gli darò, il cuore suo conforterò”  poi leggendo aggiunge: “questo inno mi piace davvero tanto, voglio che sia suonato al mio funerale”.

Shutè condivide un appartamentino al Jefferson Lakes con un suo amico non credente.

Nonostante abbia dovuto convivere con l’epilessia sin da bambino, ci spiega come sia stato benedetto, proprio come suggeriscono le parole dell’inno.

Shutè non può guidare e ha perso molti lavori a causa della sua malattia, dice che nella scala dell’intensità è a un livello medio; gli attacchi possono variare da leggeri e brevi alla perdita di conoscenza con violente convulsioni che possono durare per svariati minuti.

Ci spiega che non sono conosciute le cause e non esiste una cura per questi attacchi.

“Donerò il mio corpo alla LSU (fondazione medico sanitaria), in questo modo se riuscissero a trovare che cosa scatena questi attacchi nelle persone per me ne sarà valsa la pena”.

pane-fresco

Ѐ cresciuto in Alabama, è stato sposato per un breve periodo e ha lavorato in un salone di bellezza dove a causa di un incidente si è tagliato il polso sinistro con un rasoio; la sua mano sinistra non funziona molto bene e molti lavori, come per esempio impastare il pane, vengono svolti con la mano destra.

E’ nato battista e da adulto , invece, ha partecipato alle riunioni della Chiesa di Cristo ma, dopo essere stato visitato da dei giovani missionari, si è convertito al Mormonismo il 20 Maggio del 1981.

Era nato a nuova vita, come gli evangelici definiscono la salvezza in Cristo?

Shutè  afferma: “Certamente! Ma non ha avuto alcun significato fino a che mi sono battezzato con l’autorità (della Chiesa SUG) e con il potere del sacerdozio che ora detengo, che, tramite degli intermediari, viene davvero da Gesù Cristo fino a me.

Noi crediamo davvero in Gesù Cristo” aggiunge “e questa domanda ci viene fatta spesso ma il nome stesso della Chiesa è ‘La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni’.

Con il passato da Cristiano che ho, se i mormoni non avessero creduto in Gesù Cristo io non sarei mai diventato un membro”.

Visto il passato da cristiano che ho, non sarei mai diventato un membro se i mormoni non avessero creduto in Gesù Cristo”.

Reed H. Hansen è il presidente della missione della Louisiana di Baton Rouge e si prende cura, assieme alla moglie, di duemila missionari.

“Fratello Shutè e una persona davvero dolce” ci conferma Hansen “i missionari lo adorano. E’ sempre alla ricerca di qualcuno che abbia bisogno di conforto e di gioia nella vita, il suo pane è davvero speciale”.

Sara C. Jacobs, una dei molti amici di Shutè, afferma che lui impersoni la scrittura di Matteo 25:40, dove Gesù insegna: “In quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”.

Sorella Jacob afferma: “Ѐ veramente un discepolo di Cristo e mostra il suo amore verso gli altri santi, che “Uomo del Pane”, attraverso le sue azioni”.

Questo articolo è stato scritto da Mark H. Hunter di theadvocate.com

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Cinthia Macaluso

Cinthia è un membro attivo della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Ha scoperto la sua passione per l'inglese tramite la missione di volontariato che ha svolto in Inghilterra. Adora tradurre e sta felicemente organizzando il suo matrimonio. Le piacciono tanto i musical e sogna di andare a vederne alcuni a Broadway. Vive la vita con la consapevolezza che il Signore ne è alla guida e questo è per lei il motore più grande.

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