famiglia-mormoneIl cancro mi ha convertito. E’ una scommessa giusta, pensare che la vita avrà la sua quota di sfide, quando le prime parole del medico, che ti vede alla nascita, sono:

“E’ una femmina” e “è affetta da mongolismo”

Per fortuna, i miei difetti di nascita non erano un sintomo della sindrome di Down, come il medico aveva diagnosticato, e ho evitato una condizione che avrebbe potuto definire la mia vita all’interno di un certo insieme di sfide.

Come ci si può aspettare, molte prove, la maggior parte di tipo fisico, sono inevitabilmente arrivate sulla mia strada. Prima del mio terzo compleanno, un graffio di un gatto, al mio occhio sinistro, portò i medici a dire ai miei genitori:

“Probabilmente resterà cieca per tutta la vita.” Molti, molti anni più tardi, un altro medico mi ha detto: “Io non so che cosa stia causando questi aborti o se sarà mai in grado di avere figli.”

Come molti in questa vita, ho sopportato le difficoltà personali, le disabilità, l’infertilità, le delusioni riguardanti la carriera e molte altre lotte. Gli alti e i bassi della vita, hanno creato i picchi e le valli della mia storia.

La vita mi ha riservato molte sfide, dopo quella prima diagnosi errata, al momento della nascita, ma ci sono state anche delle belle benedizioni: sono stata in grado di usare il mio talento in una carriera di insegnante che ho amato, ho avuto un matrimonio con un uomo buono e la nascita di 3 bei ragazzi, che hanno tutti sfidato il 50% di probabilità di ereditare il mio difetto genetico.

Dopo 10 anni di trasferimenti e studi, abbiamo finalmente comprato la nostra prima casa, abbiamo iniziato ad avere una carriera e un quartiere e a fare del nostro meglio per vivere una buona vita, quando un altro temporale ci ha colpito, attraverso le parole di un altro medico.

E’ cancro

Il cancro mi ha convertito. Nel Gennaio del 2013, qualcosa al di là dei normali alti e bassi, si è schiantato sul mio percorso e mi è stato diagnosticato un cancro invasivo mammario, in fase 2B, dopo che mio marito aveva scoperto un tumore nel mio seno sinistro.

Avevamo avuto tante esperienze di prove da superare, ma il cancro è stato la più grande, per me.

E’ stato una tempesta devastante, una bruma tenebrosa, una forza potente come non avevo mai sperimentato prima. Questa è stata la prova che mi ha messo in ginocchio e mi ha fatto piangere, chiedendo a Dio, se fosse la sua volontà, di allontanare quella “coppa da me”.

La frase “E’ cancro” è stata travolgente, ma è diventata un grande paradosso della mia vita, simile a quelle pronunciate dal Salvatore a sè stesso: “Chi perde la sua vita, la troverà”.

Quello che avrebbe potuto consumarmi in preda alla disperazione, mi ha ispirato un cambiamento del cuore. Poco dopo la mia diagnosi, ho accettato la sfida dell’anziano Bednar a “non restringermi” e ne ho fatto il tema della mia battaglia.

Mentre il mio corpo veniva drogato, distrutto, danneggiato e rinasceva da dentro a fuori, la mia anima veniva cambiata per sempre.

E’ stato il processo più difficile della mia giovane vita e il mio cuore è stato trasformato per il mio Salvatore. Ho cominciato a vedere il Vangelo della mia giovinezza con occhi nuovi (o con degli occhi, nel mio caso!). Ho imparato a vedere, sentire e capire con il cuore.

Il cancro mi ha convertito

Combattere il cancro, come una conversione, non accade rapidamente o tutto in una volta. “La conversione è un processo in corso… gradualmente e quasi impercettibilmente, le nostre motivazioni, i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni diventano allineati con la volontà di Dio.

La conversione al Signore richiede sia costanza, che pazienza. Sapevo che il Vangelo è vero e che è l’essenza di una testimonianza. Coerentemente, essere fedele al Vangelo è l’essenza della conversione. Noi dobbiamo sapere che il Vangelo è vero ed essere fedeli al Vangelo.”

Prima del cancro, non ero stata testata al di là di quello che avrei potuto sopportare, senza rivolgermi al Signore completamente e, purtroppo, non ho avuto sempre la pazienza o la persistenza nel Vangelo.

Durante la mia battaglia per superare il cancro, però, ho scelto di rivolgermi completamente al Signore. Ho fatto lo sforzo di cercarlo, e ho messo la sua promessa alla prova, quando ha detto: “Non volete ora ritornare a me, pentirvi dei vostri peccati e convertirvi, affinché io vi possa guarire?”

Durante il trattamento, ho sentito le parole preoccupanti di molti medici.

Allo stesso tempo, mi è stato insegnato a riconoscere più pienamente le parole del Grande Medico, nostro Maestro Guaritore, sì, Gesù Cristo, mentre usava il processo del cancro per guarirmi, per rendermi “completa.” Di seguito, ci sono cinque lezioni che Lui mi ha insegnato nel processo:

  1. L’amore è l’essenza del Vangelo

Il cancro mi ha convertito. Ci è comandato di amare Dio con tutto il cuore, di amare il nostro prossimo come noi stessi e amare come il Salvatore ci ha amato. Mostriamo questo amore servendo gli altri.

Prima del cancro, avevo pensato al servizio come a grandi gesti, che richiedono grandi quantità del nostro tempo, ma ho imparato che spesso i piccoli segni di amore aiutano a sentirci più vicini al Salvatore.

Uno di questi si è mostrato presto, nel mio viaggio. Mi era stato chiesto di parlare in chiesa sul tema di Gesù Cristo, pochi giorni dopo la mia diagnosi sul cancro.

Anche se il mio vescovo si era offerto di liberarmi da questa chiamata, sono andata avanti come previsto, sapendo che avevo bisogno di tutte le benedizioni che potevo, per arrivare ad iniziare la mia lotta.

Le benedizioni immediate fluivano, mentre la mia famiglia del rione aveva organizzato una sorpresa, un segno del loro amore e sostegno.

Rimasi a portare la mia testimonianza di Gesù Cristo e vidi un esempio incredibilmente toccante dell’amore di Dio per me: un mare di vestiti rosa, cravatte, camicie, fiocchi, gonne, scarpe, gioielli, sciarpe, pari ad un’intera congregazione di Guerrieri rosa, che mostravano la loro volontà di combattere la buona battaglia con me.

E’ stata un’espressione esteriore delle alleanze che questi buoni santi avevano fatto di “stare come testimoni di Dio in ogni momento e in ogni cosa e di essere disposti a portare i pesi gli uni degli, perché possano essere leggeri; piangere con quelli che piangono; sì, e a confortare quelli che hanno bisogno di conforto”.

Rendo testimonianza che “Dio ci vede e veglia su di noi.

Ma di solito è tramite un’altra persona che Egli soddisfa le nostre esigenze. Pertanto, è di vitale importanza che noi ci serviamo l’un l’altro.” Questo servizio d’amore è il cuore del Vangelo e la mia famiglia e io non saremmo sopravvissuti alla nostra battaglia, senza di esso.

  1. Non si può fare tutto, ma non siete mai soli

Il cancro mi ha convertito. Mi definirei come una persona forte. Alcuni dei miei talenti includono l’indipendenza, l’intraprendenza e l’assertività. Ma i nostri talenti possono spesso diventare una fonte di orgoglio, che Satana può usare contro di noi.

“Se non siamo cauti, Satana può causare la nostra rovina spirituale, corrompendoci attraverso i nostri punti di forza, nonché sfruttando le nostre debolezze.”

Quando non riusciamo a riconoscere il Salvatore in tutte le cose e come Colui che ci ha fatto ogni dono, spesso siamo costretti ad essere umili. Nel mio caso, l’umiltà è arrivata quando ho sperimentato la perdita assoluta di forza o la capacità di realizzare qualcosa per conto mio.

Ad un livello basso, verso la fine dei miei trattamenti di chemio, il mio corpo è stato scomposto e il mio sistema immunitario era talmente inesistente che non avevo avuto ancora abbastanza energia, per sollevarmi e uscire dal letto.

Non avevo voglia di mangiare e il mio cervello sembrava aver perso la capacità di farmi fare il mio lavoro con le mani.

La disperazione e la paura hanno cercato di battermi. Come avrei fatto a prendermi cura dei miei figli? Come avrei fatto a recuperare abbastanza per continuare a fare la chemio e finire la lotta, se non avevo l’energia per resistere?

Come avrei fatto ad ospitare quella festa per quella futura mamma? Come avrei fatto a passare il 4 Luglio in spiaggia?

Sono passata dall’essere “la mamma” che poteva “fare tutto” a non essere in grado di fare assolutamente nulla. Ho dovuto imparare questa lezione:

“Sì, lo so che non sono nulla; sono debole… mi vanterò del mio Dio, poiché nella sua forza io posso fare tutte le cose…” Va bene non essere in grado di “fare tutto”, perchè tutti noi abbiamo bisogno di aiuto dal Salvatore.

Ci è stato promesso che “…possiamo fare ogni cosa in Cristo”, ma come è possibile quando le limitazioni fisiche, a volte, rendono la traduzione letterale di questo passo delle Scritture, discutibile?

Ho perso la forza fisica, che è diventata emotivamente paralizzante; ma come il Salvatore nel Getsemani, il mio Padre celeste non mi ha lasciata da sola.

Gli angeli sono arrivati in forma terrena, come un vicino di casa che si è precipitato a salire le mie scale e salvare il mio bambino che piangeva nella culla o i familiari e gli amici che cambiavano i loro piani per confortarmi, pulire la mia casa e cucinare per me e darmi da mangiare.

Non ero mai sola. Ci sono stati momenti in cui il mio corpo non poteva fare tutte le cose, ma tutte le cose importanti venivano fatte perché io ero fortificata da coloro che donavano il loro tempo e il loro talento al servizio e mi elevavano.

Non siamo mai lasciati soli, ma a volte dobbiamo umiliarci e chiedere ed accettare l’aiuto di Dio. Sono stata costretta ad essere umile, per capire che è solo attraverso Cristo che posso fare tutte le cose, perché nessuno di noi può fare tutto da solo.

  1. Voi siete più che il vostro corpo

Il cancro mi ha convertito. Ho trascorso il mio 34° compleanno ricoverata in ospedale, per via di una mastectomia bilaterale e una ricostruzione.

Sono tornata a casa dolorante, a pezzi e mi sentivo come Frankenstein, con i punti di sutura e le cicatrici e 4 canali di scolo che pendevano dal mio corpo. Questo è stato un altro punto molto basso nel mio trattamento.

Il dolore era invalidante ed ero impreparata alla tristezza che è arrivata dalla perdita del mio corpo “reale”.

Odiavo la vista delle cicatrici, il mio ombelico creato chirurgicamente e il mio rigonfiamento e i penduli che avevo, nel nuovo corpo. Ricordo di aver pensato che non mi sarei mai più sentita di nuovo normale.

Dal momento che non ero in grado di fare molto di più che stare a letto, ho pregato per avere conforto. Una scrittura che avevo letto molte volte, assunse un nuovo significato:

“Ricordate che il valore delle anime è grande agli occhi di Dio”. Era come se questo passaggio fosse stato scritto solo per me, in quel momento. “Ricorda, Melodee, che il valore della tua anima è grande”.

Mi sono ricordata della frase: “Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” Hai dimenticato che sei una figlia di spirito di un re e che il tuo spirito, la tua anima, è preziosa per Lui? Tu non sei questo corpo. TU sei lo spirito che lo abita.

Il Signore non mi vede come il mio corpo imperfetto, perché non vede come l’uomo: “Perchè l’uomo riguarda all’apparenza, ma il Signore riguarda al cuore.” Se il mio cuore è convertito, il Signore mi può vedere come anima di grande valore.

Anche se il mio stomaco si trova, ora, nel punto in cui i miei seni erano una volta, dei tatuaggi riempiono lo spazio delle parti mancanti e le cicatrici coprono il mio corpo, il Signore mi ha fatto guarire, rendendo il mio cuore e la mia anima più forti.

  1. Il cancro di una donna è l’ulcera di un altro

Prima di avere il cancro, spesso mi ero ritrovata a chiedermi perché 1) le persone non fossero in grado di gestire alcune prove o 2) perché gli altri sembravano sempre avere una vita così facile.

Poi, ho sperimentato un processo che è stato estremamente difficile da gestire e mi sono resa conto di quanto fosse stato sbagliato tentare di giudicare la vita degli altri. Il cancro progredisce in un modo “pubblico”.

Quando la gente mi vedeva come malata di cancro, calva e a pezzi, mi diceva cose come: “Io non so come fai” oppure “Quando penso a quello che stai passando, mi rendo conto che non ho nulla di cui lamentarmi.”

Allo stesso tempo, ho cominciato a dire:” Sì, ho un cancro.

Ma, non ho dovuto passare attraverso un divorzio, vivere con un bambino con una disabilità, subire abusi, vivere la morte di un genitore o di un figlio, perdere il posto di lavoro, essere povera, avere dipendenze o molte altre grandi tempeste che hanno appesantito la vita degli altri.”

Questa vita è un teste, ma le prove hanno un aspetto diverso per ciascuno di noi. “Ognuno ha diverse prove e il Padre celeste è a conoscenza di questo. Se siamo abbastanza umili, da seguire il piano che Egli ha per noi, saremo felici.”

Sono stata in grado di battere il cancro, ma guidare nel traffico mi causa ansia. Dobbiamo sempre ricordare che ciò che potrebbe sembrare impossibile per uno, potrebbe essere facile per un altro.

Attraverso la mia esperienza del cancro, ho guadagnato la comprensione che la storia di una persona non è come la nostra: non lo sono i suoi punti di forza, né di debolezza; non lo sono i suoi trionfi, né le prove, quindi non dovremmo confrontare il nostro posto, nel nostro percorso, con quello di qualcun altro, che sta facendo il proprio cammino.

“Non è possibile giudicare un altro, se non si conoscono i suoi desideri, la sua fede e i suoi obiettivi… Le persone non sono nella stessa posizione. Si può iniziare dall’alto e un altro dal basso e ci si può incontrare, andando in direzioni opposte…

Non è dove ci si trova, quello che conta, ma la direzione verso cui si sta andando… Nella migliore delle ipotesi, l’uomo può giudicare ciò che vede; egli non può giudicare il cuore o l’intenzione od iniziare a giudicare il potenziale del suo prossimo”.

La costante è che, senza il Salvatore, nessuno di noi potrà mai avere la speranza di diventare perfetto. “Anche se le nostre prove sono diverse, c’è una cosa che il Signore si aspetta da noi, non importa quali siano le nostre difficoltà e i nostri dolori: Egli si aspetta che andiamo avanti.”

  1. Ama il tuo coniuge con tutto il cuore

Il cancro mi ha convertito. “Il coniuge è l’unica persona che non sia il Signore, che ci è stato comandato di amare con tutto il cuore.” Come si può amare sia Dio che il vostro coniuge, con tutto il cuore?

Sembra un’equazione impossibile, un altro grande paradosso del vangelo che si dimostra vero, solo quando due persone fanno e mantengono le sacre alleanze, nella Casa del Signore.

Il matrimonio nel tempio è stato chiamato ‘alleanza matrimoniale’ e “quando i problemi arrivano, in un matrimonio di questo tipo, il marito e la moglie lavorano per superarli. Si sposano per donare e crescere, legati da quell’alleanze tra di loro, per la comunità, e per Dio.

“Prima del cancro, ho fatto del mio meglio per essere una moglie amorevole e solidale e non avevo mai programmato che una grande tempesta nella vita avrebbe minacciato quei voti.

Durante la tempesta, sono diventata ancora più grata, perchè ero parte di un’unione eterna, una che non poteva essere gettata via dalle tempeste delle prove.

Ho visto che “un matrimonio nel tempio offre una prospettiva eterna e una più ampia assistenza divina di quella che un matrimonio civile possa offrire.”

Non tutti sono così fortunati. Di volta in volta, i compagni sopravvissuti hanno condiviso storie in cui il loro “partner” li aveva lasciati, durante il cancro.

Sentire queste storie mi ha fatto subito provare gratitudine per le benedizioni del mio matrimonio. Con tutte le incognite di una lotta contro il cancro, non ho mai dovuto mettere in discussione la forza di quei legami.

Ho cominciato ad essere ancora più impassibile e determinata, nel vivere le alleanze che avevo fatto, per il tempo e per l’eternità, e più volte ho ricevuto un ulteriore grado di assistenza e benedizione, grazie ad esse.

Stephen

Stephen rasa i capelli di Melodee, 5 marzo 2013.

Superare la tempesta non è stato facile, soprattutto per mio marito. Stephen ha dovuto assistere alla sua fidanzata di una volta, che era a pezzi, le ha dovuto rasare testa!, era una persona quasi senza vita e fisicamente debole.

“Nel bene e nel male” non si avvicina a descrivere l’entità del processo. Attraverso tutto questo, è il più forte, quello che ha dovuto raccogliere più della sua parte del gioco, quello che non ha avuto il cancro e, pertanto, “non avrebbe dovuto” avere qualcosa di cui lamentarsi.

Ora che la tempesta è passata, guardo negli occhi di mio marito e so che lui mi ama più del mio corpo temporale: Stephen amava quella versione di me più giovane e più bella.

Amava quella pelata, che vomitava, che aveva emorragie, che era a pezzi. Ama me, con le cicatrici fisiche ed emotive. Ama la mia anima e questo mi aiuta, quando mi sforzo di amarlo con tutto il cuore.

Non abbiamo semplicemente fatto il voto “finché morte non ci separi”. Siamo compagni per l’eternità e se siamo impegnati e siamo convertiti e manteniamo le nostre alleanze, siamo rafforzati per resistere a qualsiasi prova.

Quanto promesso del Salvatore era vero per me, ovvero: “…dopo … molte tentazioni e molte tribolazioni, fui convertito e mi ha guarito.” Il 27 maggio 2014, il mio medico ha proclamato:

“Sei libera dal cancro.” Il cancro mi ha convertito. Questo sembra folle, ma a volte vorrei avere ancora il cancro. Piuttosto, vorrei avere ancora uno stimolo quotidiano per “non restringermi” al Signore.

Durante i periodi di prova, abbiamo un motivo in più, per cercare e trovare il nostro Salvatore e prendere il Suo giogo su di noi. Ho sentito una vicinanza a Cristo, durante la mia battaglia contro il cancro, che non voglio perdere ora che sono guarita, ma spetta a me continuare a convertirmi.

Devo cercare di continuare a cercare, imparare, in modo duraturo e perfezionandomi. La conversione non è un evento una tantum o un lavoro di routine, che deve essere completato. “La conversione non è un fine, ma un inizio di un nuovo modo di vivere.”

Allora, che cosa accade ora? Devo continuare ad “agire in base alle dottrine che so che sono vere e osservare i comandamenti, giorno dopo giorno, mese dopo mese.

Una persona che ha vissuto la vera conversione, attinge al potere dell’Espiazione e riceve la salvezza per la sua propria anima, poi esercita una forte influenza su tutti coloro che egli o ella conosce.”

Una volta che ci convertiamo, noi dovremmo rafforzare i nostri fratelli e condividere la nostra testimonianza, continuando a rafforzarci. Essendo guarita, guarita dal cancro, ho iniziato a prepararmi per la prossima tempesta, che senza dubbio verrà.

La prossima volta, spero che il Signore non dovrà mettermi in discussione: “Perché avete paura, o gente di poca fede?” Un giorno, sarò in grado di ascoltare le parole del Maestro Guaritore:

Va bene, buono e fedel servitore… entra nella gioia del tuo Signore”

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Questo articolo è stato condiviso qui, con il permesso dell’autrice. L’articolo originale è disponibile all’indirizzo AggieLandMormons.org

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